Umiliazione e mortificazione nella fantasia inconscia, R. Schafer
Pur differenti nella loro etimologia, l’umiliazione e la mortificazione vanno insieme come modalità importanti di sperimentare la svalutazione. La svalutazione può estendersi fino a un senso di annichilimento associato con fantasie di meritare di morire, di essere fatti per morire, e persino di essere causa della propria morte. Queste fantasie e il corrispondente linguaggio figurativo e gestuale possono inoltre implicare il mantenimento del potere di capovolgere il processo, e con ciò di riguadagnare esistenza e accettazione attraverso la penitenza e la riabilitazione. La mortificazione e l’umiliazione sono costituenti di un contesto dinamico nel quale gli opposti si incontrano, così che gli analisti possono dedurre la presenza di fantasie onnipotenti e di comportamenti invidiosi, sprezzanti e persecutori in quelle stesse persone sfortunate che visibilmente conducono soltanto una vita degradata. Tutto ciò può essere compreso nei termini di una difesa strategica e tattica caratteristica della primitiva posizione narcisistica schizo-paranoide descritta da Melanie Klein (1946). Nella misura in cui il paziente si sarà mosso verso la posizione depressiva, una posizione in cui egli può assumere responsabilità e avvertire desideri riparativi insieme alla colpa e non solo un bisogno di placare gli altri per parare le loro rappresaglie, sarà più facile elaborare questi problemi in analisi. Nei casi estremi, comunque, si dovrà lavorare molto in analisi per aiutare il paziente a muoversi verso la posizione depressiva quanto basta perchè egli possa cominciare a compiere questa elaborazione. Questa parte del lavoro richiede un’analisi approfondita del funzionamento primitivo dell’Io così come esso si esprime nel transfert ed è avvertito nel controtransfert. In questo modo, la psicoanalisi può dare un contributo significativo allo sviluppo di tutti quei pazienti, e ce ne sono molti, che hanno vissuto la loro vita in uno stato di estrema vergogna e che, al momento di iniziare l’analisi, intraprendono l’immenso lavoro di muoversi verso una maggiore autonomia, un maggiore orgoglio, e una migliore regolazione dell’autostima, per mezzo di relazioni sinceramente autentiche con gli altri, sia nel mondo interno che in quello esterno.