Si è svolta tra il 20 e il 24 marzo 2024 la 37ma Annual Conference della European Psychoanalytical Federation (EPF) che si è svolta quest’anno a Firenze sul tema “Identificazioni”.
L’EPF è una federazione di società psicoanalitiche nazionali che rappresentano una sorta di Europa ideale che comprende, oltre agli stati della UE, anche Regno Unito (non c’è mai stata una Brexit nella psicoanalisi!), Svizzera, Turchia, Russia, Ucraina, Israele, Libano, con l’aggiunta di Australia e Sudafrica. Si può capire facilmente quanta ricchezza di cultura e tradizioni psicoanalitiche (e non solo) possa confluire in occasioni come quella della Conferenza annuale.
Il privilegio di ospitare la Conferenza quest’anno è toccato alla Associazione italiana di psicoanalisi (AIPsi) e alla Società psicoanalitica italiana (SPI).
L’argomento centrale del programma – Identificazioni – si prestava a molte applicazioni e riflessioni, cliniche e teoriche, essendo l’identificazione un concetto centrale sia della teoria che della pratica clinica, anche perché riguarda in modo trasversale processi fisiologici che patologici dell’individuo. Ed infatti i contributi scientifici e i punti di vista sono stati innumerevoli.
La Conferenza ha nel tempo consolidato una sua organizzazione piuttosto stabile, prevedendo una “Pre-Conference” che dà spazio a gruppi di lavoro su tematiche specifiche (la specificità del trattamento psicoanalitico oggi; il processo di training; il cosiddetto “Three-level-model”, il “Listening to listening method”) e una “Main-Conference”, nella quale si affronta più direttamente il tema centrale, sia nelle riunioni plenarie che nelle svariate sessioni collaterali. Uno spazio è riservato all’organizzazione dei Candidati (IPSO). Realmente c’è modo per tutti di partecipare più o meno attivamente a presentazioni e discussioni.
In questo 2024 si è verificato un fatto senza precedenti. Pur prevedendo sin dall’inizio un alto numero di partecipanti, il comitato organizzatore ha dovuto chiudere anzitempo le iscrizioni alla Conferenza (dopo aver adeguato al massimo la capienza fino a circa 1200 iscritti), non potendo più assicurare a tutti lo spazio adeguato. Cosa l’avrà determinato? Siamo ancora dentro la fase post pandemica con l’esplosione del turismo in qualunque forma? E’ dipeso dall’attrattività della meravigliosa città di Firenze? Sicuramente! Ma quel che ci sembra anche di aver verificato nei giorni dei lavori è una certa felicità di incontrarsi tra gli analisti di tutta “Europa”, un piacere che si respirava nelle varie sessioni e soprattutto negli scambi informali ed amicali. Una bella sensazione, soprattutto se riferita ai tempi storici che stiamo vivendo.
Sono stati presentati alcuni lavori di sicuro valore scientifico. Ne vogliamo citare uno, senza far torto agli altri, di un analista svizzero, Daniel Barth, nella terza ed ultima plenaria, dal titolo “Identifications and Besetzungen”. Si tratta di un approfondito lavoro teorico-clinico a partire dal caso di una giovane paziente avviatasi sulla strada del cambio di genere. La gestione clinica psicoanalitica ci è apparsa esemplare; ma inoltre ha permesso all’Autore di sviluppare originalmente il concetto freudiano classico di “Besetzungen”, secondo Barth da considerare “intraducibile”, mentre nel tempo è stato variamente tradotto con “investimento”, “carica”, “cathexis”, “occupazione”. Di esso è stata dimostrata la grande fertilità teorico-clinica.
Infine, vogliamo fare un cenno ad una piccola sessione intitolata “Meet the societies” in cui si incontravano, in un dialogo sulle “Identificazioni nel nostro tempo”, le due società psicoanalitiche italiane, AIPsi e SPI. I due relatori, Luigi Maccioni per l’AIPsi e Sarantis Thanopulos per la SPI, si sono occupati del concetto di terzietà in senso psicoanalitico. Il primo parlando del conflitto tra Israele e Palestina e della impossibilità finora di trovare una posizione terza che permetta alle due parti di riconoscersi reciprocamente. Il secondo parlando della comparsa del padre e del terzo nello sviluppo infantile. A ben vedere però, mentre si discuteva di tutto questo, nello stesso tempo le due società, anche grazie alla condizione di terzietà garantita dal contesto EPF e dalla lingua inglese (in cui si svolgeva la sessione), realizzavano un incontro leggero, di autentico riconoscimento reciproco.