Volume 15, Numero 1
Gennaio-Giugno 2011
L’angoscia dell’analista nel primo colloquio…, Mette Møller
L’Autrice attribuisce l’angoscia dell’analista nel primo colloquio a un insieme di motivazioni interconnesse: il confronto con l’ignoto, con il paziente sconosciuto e con la partecipazione ignota dell’inconscio dell’analista stesso, la tentazione di diagnosticare e di escludere quando sopraffatti, gli anni che sono stati necessari per costruire un’identità analitica sicura e la sua continua instabilità. L’esitazione ad usare il supporto dei propri pari per rinforzare l’assetto analitico interno, perché la psicoanalisi come professione ha un ideale di funzionamento che è onnipotente e impossibile da raggiungere. Da questa prospettiva, non stupisce che una convinta raccomandazione all’analisi possa essere sviata nel corso della consultazione. L’esperienza di come sia cambiato nel corso degli anni il nostro modo di discutere e l’atmosfera nei workshop fa sperare in futuri miglioramenti.