La violenza sociale traumatica: una sfida alla nostra adattabilità inconscia
Silvia Amati Sas
La violenza sociale traumatica provoca dei fenomeni trans-soggettivi di banalizzazione, famigliarità ed evidenza che possono essere intesi come una “difesa attraverso l’ambiguità” che porta a “un addattamento a qualsiasi cosa”. In uno stato di ambiguità vi è un annebbiamento del pensiero critico e dei meccanismi di allarme.
Durante il processo psicoanalitico dei sopravissuti alla violenza sociale (tortura, etc.) possiamo incontrare un rifiuto segreto della situazione esterna alienante nella rappresentazione intrapsichica di “un oggetto da salvare”, un oggetto di preoccupazione.
In questo lavoro, il concetto di Ferenczi di “identificazione con l’aggressore” (introiezione della colpevolezza del violentatore della soggettività del bambino) viene messo a confroto con l’esperienza clinica. Si cerca di capire e di sfidare – attraverso la comprensione e la consapevolezza – le conseguenze soggettive nelle sue tre dimensioni (intra-inter- trans) della violenza traumatica prendendo in considerazione le dinamiche psichiche in rapporto ai contesti della realtà.