La malafede come nevrosi e come crimine, Simona Argentieri
L’autrice espone alcune riflessioni a proposito di un tipo di patologia subdola, malefica e oggi – a suo parere – molto frequente, che va da situazioni cliniche di decisa gravità, ad altre che si muovono invece ai limiti della quotidianità e della cosiddetta norma. Utilizza, fin dal titolo, il termine ‘malafede’, mutuato da Madeleine Baranger, tuttavia precisando che corrisponde solo approssimativamente al significato che tenta di mettere a fuoco in questo disturbo. La riflessione dell’autrice è partita dalle difficoltà cliniche vissute con alcuni pazienti che sembravano far convivere dentro di sé aspetti fortemente contraddittori, senza manifestare alcun conflitto o disagio.
Questa particolarità viene rilevata soprattutto in ordine a questioni morali, a codici etici astratti, ad ideologie proclamate da taluni pazienti, in netto contrasto con i loro comportamenti e con le loro emozioni.