La costruzione della realtà e le fantasie. Osservazioni sulla storia clinica del “Piccolo Hans”, W. Loch e G. Jappe
Il caso clinico del “Piccolo Hans”, descritto da Freud, viene interpretato come contributo psicoanalitico all’ontogenesi del linguaggio e della conoscenza. Come dimostrano i due autori, l’intervento terapeutico non aveva la funzione di una “ricostruzione” dopo una precedente “distruzione del linguaggio”, ma serviva a creare i presupposti per vivere il conflitto edipico (fondazione dell’Io). Solo la partecipazione identificatoria al modo di vita del padre (e del terapeuta) in quanto “terzo”, che è al contempo l'(onni)sciente, rende possibile la formazione di un rapporto oggettuale con la madre, non più minacciato da regressione simbiotica.