La colpa “presa in prestito” e il falso Super-Io.
Eva Schmid-Gloor
L’Autrice, a partire dal lavoro clinico con alcuni pazienti “eterogenei” (D. Quinodoz), indaga un aspetto specifico nella genesi del senso di colpa. Sostiene che tali pazienti, trovandosi in una ben determinata relazione in rapporto ai loro oggetti primari, ne hanno “preso in prestito” una colpa. Questa “colpa estranea” li depriva delle loro pulsioni.
Presenta, quindi, un caso clinico cercando di dimostrare come sia stato possibile “restituire” un tale sentimento di colpa e, successivamente, come sia stato possibile integrare la vita pulsionale e i sensi colpa “autentici” ad essa connessi. Nella parte teorica l’indagine si sofferma sul concetto di “colpa presa in prestito”.