Amore di transfert… Gregorio Kohon
In un nutrito numero di pazienti donne sembra esistere un’identificazione primaria con un’imago materna che viene vissuta solo in termini estremi. L’imago materna rappresenta una figura onnipotente, totipotente, sublime, che ispira paura, protettiva e sacra, personificando al tempo stesso una figura vulnerabile e patetica, dominata dalla tristezza, malattia e inibizione. Il ricordo inconscio del legame e delle lotte del soggetto con questa imago primaria di una madre/seno costituisce il background (mitico) contro il quale si svilupperanno in seguito le relazioni oggettuali. Queste verranno rievocate, rivisitate e ri-vissute nella situazione del transfert. Conformemente con la visione di Freud nel Progetto, ciò costituisce un trauma che viene ri-creato, sviluppato e compreso solo nell’après coup attraverso il lavoro di analisi.