Sogni: ieri e oggi,
Jacqueline Amati Mehler
Cento anni dopo il monumentale libro di Freud, l’autrice riprende in considerazione il ruolo e l’importanza del tema dei sogni in un’epoca nella quale la teoria e la pratica psicoanalitica si sono a tal punto diversificate da aver raggiunto uno status prossimo alla frammentazione.
Si chiede se e quanto ciò contribuisca a far sì che oggi molti analisti considerino l’interpretazione dei sogni meno centrale per il lavoro analitico, un’opinione non condivisa dall’autrice. La riflessione si sofferma sull’importanza della libera associazione quale strumento precipuo per decifrare il “lavoro onirico” che vincola i contenuti latenti con i contenuti manifesti del sogno.
L’argomento viene affrontato da prospettive diverse, benché correlate. Viene sottolineato il significato che la Traumdeutung ha avuto e ancora ha per la psicoanalisi poiché essa – in particolare nel settimo capitolo – contiene le fondamenta dell’architettura dell’edificio psicoanalitico. Basti segnalare temi come il significato del ricordare e dimenticare, il ruolo della regressione, la scoperta dei due modi del funzionamento psichico, i processi Primario e Secondario, il problema delle allucinazioni, la psicosi e la capacità di distinguere la fantasia dalla realtà, per menzionarne solo alcuni che Freud ha sviluppato nel corso della sua opera.
Sono anche riportate le maggiori controversie del dibattito attorno alle vicissitudini del sogno e del sognare relativamente alla teoria, alla clinica e alla tecnica psicoanalitica attuale. Infine l’autrice espone alcuni dati recenti della ricerca neurofisiologica che sembrano suffragare molte speculazioni freudiane contenute nel Progetto, prezioso e incompiuto lavoro pubblicato postumo.